Il Reddito di Cittadinanza (RdC) è una misura che può incontrare approvazione o meno, ma bisogna prendere atto del fatto che la fase 2 del progetto stesso prevede l'impiego dei beneficiari di RdC in Progetti Utili alla Comunità (PUC).
Mentre a Udine ci si attrezza per predisporre questi PUC, a Fagagna la nostra mozione -utile ad impegnare la Giunta e l'Assessore alle Politiche Sociali a predisporre i PUC e dare avvio alla "fase 2" come da normativa- viene bocciata.
Ma vediamo un attimo in cosa consiste questa "fase 2" e cerchiamo di capire se -aldilà della bontà del RdC come politica sociale od economica- è davvero un'opportunità per i nostri comuni.
Come funziona
La predisposizione dei progetti PUC è in carico ai Comuni: questi dovranno definire i progetti utili alla collettività e caricarli sulla piattaforma digitale GEPI, in una sorta di catalogo che i centri dell'impiego andranno poi a sfogliare, alla ricerca di un'occupazione per i beneficiari di RdC nell'attesa di una convocazione per un posto di lavoro.
I PUC non devono essere necessariamente organizzati dai comuni, ma possono coinvolgere gli enti del Terzo Settore, ovvero associazioni di volontariato, culturali, sportive ecc.: i progetti infatti possono essere in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, purché i soggetti coinvolti non risultino svolgere mansioni in sostituzione di personale di ente pubblico. Un bell'aiuto dunque per le associazioni o per scopi culturali/sociali.
Ad aderire ai PUC sono tenuti tutti i beneficiari di RdC, fuorché quelli esenti (ad esempio coloro che hanno problemi fisici o si devono occupare di un parente diversamente abile), per un minimo di 8 ore settimanali, estensibile volontariamente.
Una mozione
Ritenendo che il nostro Comune possa avvantaggiarsi dell'impegno dei beneficiari di RdC, che il loro coinvolgimento possa essere occasione di riscatto sociale, inclusione comunitaria, beneficio per diversi aspetti come quello culturale, ambientale, e di tutela del patrimonio comune, noi del gruppo consiliare Fagagna Voliamo Insieme abbiamo ritenuto di avanzare una mozione per stimolare la Giunta e l'Assessore alle Politiche Sociali ad attivarsi investigando se e quanti potessero essere i soggetti target della cosiddetta "fase 2", ed una volta individuata una base idonea, definire assieme ai soggetti disponibili (enti del Terzo Settore, associazioni, altri enti pubblici) i Progetti Utili alla Collettività, dando così segno di proattività ed attenzione a questa particolare categoria di popolazione.
Bocciata!
Purtroppo, durante al seduta del 19 febbraio 2020 il Consiglio Comunale di Fagagna ha bocciato la nostra proposta, ritenendo i tempi prematuri e le informazioni a disposizione troppo scarse per poter procedere con l'individuazione dei soggetti e la definizione dei PUC.
Riteniamo questa decisione inappropriata non solo perché altri comuni già si stanno attivando in questo senso, ma anche perché la normativa è molto chiara, e tra alcuni mesi possiamo immaginare che poco o nulla sarà cambiato quindi ritirare una simile proposta per riproporla in seguito non avrebbe avuto alcun senso; ci sembra una scelta poco lungimirante e saggia anche nel momento in cui sicuramente c'è l'interesse da parte di più soggetti ad avvantaggiarsi della collaborazione di persone che così potrebbero contribuire ad iniziative sociali, artistiche, di cura del bene comune ecc. e nel momento in cui il Comune dovrebbe -per legge- attivarsi quantomeno a definire i Progetti Utili alla Collettività.
Verificheremo se questa inadempienza sarà un problema per il nostro Comune; sicuramente -ad ora- si tratta di una buona occasione fatta sfumare.
Riferimenti normativi
D.L. 4 del 28 gennaio 2019, art. 4
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/01/28/19G00008/sg
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/01/28/19G00008/sg
Decreto 22 ottobre 2019: Introduzione, articoli dal 2 al 5